Lo studio che dimostra l’efficacia dell’Artemisia Annua nel distruggere le cellule cancerose
Oggi sappiamo che il principio attivo presente nell’Artemisia Annua , artemisinina è estremamente efficace nel trattamento della Malaria, una delle peggiori epidemie del pianeta che ogni anno miete oltre 2 milioni di vittime nei paesi del Terzo Mondo.
Intorno al 1994, il prof. Henry Lai e il suo assistente, il Prof. Narendra Singh iniziarono ad ipotizzare che l’Artemisia Annua potesse essere efficace anche nella lotta contro il Cancro.
Hanno infatti esaminato la straordinaria efficacia delle proprietà chimiche dell’artemisinina sulle cellule tumorali del seno. Uno studio menzionato nella nuova edizione del Life Sciences descrive come questa sostanza praticamente uccide entro 16 ore tutte le cellule tumorali del seno umano.
Il Prof. Lai dice: “si direbbe che non solo funzioni ma lo fa selettivamente”. E aggiunge: “E’ altamente tossico per le cellule tumorali del seno, ma a quelle normali ha solo un effetto negligente.”
“Le cellule cancerose hanno bisogno di molto ferro per replicare il DNA quando si dividono” Ha spiegato Lai. “Come risultato, le cellule cancerogene hanno una maggior concentrazione di ferro, delle cellule normali. Quando cominciammo a comprendere come funzionava l’artemisinina, cominciai a chiedermi se potevamo usare quella conoscenza per intervenire sulle cellule cancerose“.
Lai inventò un metodo potenziale per iniziare a cercare finanziamenti, ottenendo una sovvenzione dal Breast Cancer Fund in San Francisco. Nel frattempo L’università di Washington brevettò la sua idea.

Artemisia Annua
L’idea fondamentale – affermano Lai e Singh- era di “gonfiare” le cellule cancerogene con il massimo di concentrazione di ferro, quindi introdurre artemisinina per uccidere, in modo selezionato, il cancro. Nello studio in questione, dopo 8 ore erano rimaste solo il 25% di cellule cancerogene. Ma dopo 16 ore quasi tutte le cellule (per essere precisi il 98%) erano morte.
L’Artemisia contro la leucemia
Uno studio precedente, che riguardava la leucemia produsse risultati ancora più impressionanti: le cellule cancerogene furono eliminate in 8 ore.
Una spiegazione potrebbe essere quella del livello di ferro nelle cellule della leucemia, che “hanno la concentrazione più alta di ferro di tutte le cellule cancerogene”, spiegò Lai. “Le cellule di leucemia hanno più di 1000 volte la concentrazione di ferro delle cellule normali.
Il passaggio successivo, secondo Lai, è quello di testare sugli animali malati. Uno studio precedente fu fatto su un cane con un cancro alle ossa, così grave che non poteva nemmeno camminare: guarì in 5 giorni dal trattamento. Ma certo serve una campionatura più rigorosa.
Una testimonianza importante
Fin’ora abbiamo parlato solo di studi in vitro, per cui la ricerca ha ancora molta strada da compiere prima di arrivare a una svolta vera e propria. In sostanzia siamo ancora ai preliminari.
Eppure c’è chi ha deciso di rischiare, o meglio c’è chi non aveva nulla da perdere e ha voluto provare anche questa soluzione prima di darsi per vinto e lasciarsi andare. E’ questo il caso di Amedeo Gioia.
La storia di Amedeo Gioia
A Settembre 2013 Amedeo veniva colpito da un infarto e ricoverato al San Filippo Neri gli venivano applicati ben 3 by-pass. Avendo avuto perdite di sangue nel catetere, fu sottoposto a una visita urologica dal quale gli fu diagnosticato la presenza di un papilloma molto grande che, viste le sue condizione, non hanno potuto operare chirurgicamente.
Finita la degenza e la riabilitazione Amedeo fu ricoverato in una clinica dall’urologo dott. Serafini, che gli praticò una TURB pulendo la vescica. Dall’esame istiologico il dott. Serafini riscontrò cellule tumorali ad alto grado nucleare.
Dopo 7 giorni di ricovero l’Oncologo prof. Lanzetti gli disse che erano inutili le infiltrazioni, dato che il cancro era passato alla prostata ed era uscito nel peritoneo poggiandosi all’ilio e che avrebbe dovuto farsi togliere tutto.
Tuttavia, data il delicato stato di Amedeo (dati i suoi problemi cardiaci) i medici si rifiutarono di prendersi la responsabilità di operarlo e venne mandato a casa con un’aspettativa di vita di qualche settimana, o al massimo un paio di mese. Gli fu inoltre raccomandato di fare dei cicli di chemio che “forse” avrebbero allungato di qualche altro mese la sua sofferenza.
La scoperta dell’Artemisia Annua
Con l’intento di trovare un qualche cosa che l’aiutasse a sopportare il dolore, che nel frattempo era diventato atroce, Amedeo, con l’aiuto dei suoi figli, iniziò a fare delle ricerche su internet.
Finì così per scoprire l’Artemisia Annua e lo studio (pubblicato nel capitolo precedente) in cui si parlava dell’efficacia in vitro dell’artemisinina nell’uccidere le cellule tumorali.
Non avendo trovato posologie sull’utilizzo dell’Artemisia, Amedeo si basò sull’intuito, il buon senso e anche sulla fortuna. Optarono per l’estratto idroalcolico di Artemisia Annua e leggendo che le cellule tumorali si caricano di ferro, Amedeo decise di prendere anche una fiala di ferro ricostituente, una al mattino presto per 2 giorni di fila, per poi sospenderla per non rischiare di alimentare il tumore.
Terapia seguita da Amedeo:
Questa è la terapia esatta che Amedeo ha pubblicato anche sul gruppo Facebook “Quelli dell’Artemisia Annua“.
- Fialette di Ferro: Amedeo ha utilizzato le fiale di ferro ricostituente, COMPLEX FLACONCINI, che si danno ai bambini (in quanto più digeribili e reperibili), solo i primi due giorni della terapia in quanto in base a studi pubblicati sul web l’Artemisia Annua colpisce le cellule cariche di ferro. Il ferro l’ha sempre assunto un’ora prima dell’estratto idroalcolico di Artemisia.
- Artemisia Annua: Ha assunto per 2 settimane di seguito la soluzione idroalcolica di Artemisia Annua. La posologia utilizzata da Amedeo è la seguente: l’artemisia è stata assunta sempre durante i pasti (mai a stomaco vuoto) 1 cucchiaio diluito nel caffè, o in un’altra bevanda durante la colazione, 3 cucchiai diluiti in una bevanda (Amedeo ha usato il chinotto) durante il pranzo e 3 cucchiai diluiti in una bevanda durante la cena (Amedeo ha usato sempre il chinotto). Questo fino ad eusarire la bottiglia di estratto idroalcolico, pari a 500 ml.
- Dieta Vegana: Amedeo, oltre ad assumere l’Artemisia Annua, per non alimentare il Cancro, ha deciso di seguire una dieta “quasi vegana” con qualche sgarro occasionale. Ha escluso dunque dalla sua dieta ogni tipo di proteina di origine animale: quindi niente latte, latticini, uova e carne che si possono sostiuire con legumi, arachidi e frutta secca.
I risultati
Dopo soli 2 giorni Amedeo afferma che i dolori erano del tutto scomparsi e dopo soli 6 giorni fece un’ecografia che non evidenziava niente e fece le analisi del sangue per le marche tumorali che erano nella norma.
Face poi anche una TAC che non rilevava assolutamente niente. Nessuna traccia del tumore. Nei mesi e negli anni successivi ha poi ripetuto nuovi esami per accertare la totale scomparsa del cancro. Tutti gli esami hanno sempre dato esito negativo.
Ecco l’audio in cui Amedeo Gioia testimonia la sua guarigione dal Cancro grazie all’Artemisia Annua.
Dove comprare l’Artemisia Annua?
Nella terapia contro il Cancro può essere utile affiancare alle cure tradizionali l”Artemisia annua sia nelle forme di idrolito (tisana), che come estratto idroalcolico, o come estratto secco titolato.
Questi prodotti sono reperibili presso alcune farmacie specializzate.